venerdì 24 maggio 2013

Visto che parlo sempre di serie tv, in questo post, le mando un attimo in pausa e l'argomento sarà The Great Gatsby - Il Grande Gatsby. Di certo non è un post originale visto che la pellicola è attualmente sulla bocca di tutti ma... non ho resistito! Da quando l'ho visto sono ancora emozionata e commossa. Ero partita con il voler dare la mia opinione assolutamente personale sugli ultimi film visti (Come un Tuono, Iron Man (1, 2, 3) e Un sapore di ruggine e ossa) ma già mi sono dilungata fin troppo quindi. Solo Gatsby. 



Sono contenta che sia una bambina. E spero che sia stupida: è la miglior cosa che una donna possa essere in questo mondo, una bella piccola stupida.

Iniziamo a parlare del film dell'anno, quello che la maggior parte degli interessati di cinema stavano aspettando come oro colato: The Great Gatsby. Sarò sincera, da ieri, quando sono uscita dalla sala, sto cercando in tutti i modi di capire come si possa criticare aspramente un film simile e... non ci sono ancora arrivata. Ogni tanto penso fermamente che mi manchi un qualche meccanismo nel cervello che mi permetta di capire come mai bisogna per forza criticare tutto e tutti, sempre. Sono fermamente convinta che molte delle recensioni su Il Grande Gatsby siano state fatte in modo totalmente superficiale, probabilmente con un occhio buttato allo schermo fra una chiacchierata e l'altra (non è un segreto che il principale sport attuale della gente al cinema è quello di chiacchierare). 



Il Grande Gatsby è un film bellissimo, stupefacente, sfarzoso, pomposo ma profondamente attento ai dettagli. Baz Luhrmann ha modernizzato il libro in una maniera originale, autentica e sublime. Leonardo DiCaprio è Gatsby. Perfetto fino all'inverosimile, dal sorriso alle parole utilizzate (che spesso sono proprio citazioni originali di Francis Scott Fitzgerald). A mio avviso era impossibile riproporre cinematograficamente un periodo come quello degli anni venti senza cadere nella noia più profonda. Luhrmann, fin dal primo fotogramma, mostra che l'intento del film non è assolutamente quello di puntare sulla storia, approfondire quegli anni dal punto di vista storico. L'intento è quello d'incantare con un impatto visivo che è sorprendente. 

Mettiamoci un attimo nei panni di Luhrmann e del cast ma soprattutto degli sceneggiatori e tutti quelli che si sono trovati a dover rielaborare uno dei libri storici della cultura americana. Un libro che è stato riproposto in tutte le salse possibili. Le strade erano esclusivamente due: o si puntava sulla solita solfa dei dettagli storici, della ricostruzione storica e culturale, oppure si puntava sulla realizzazione di un progetto profondamente diverso. Il Grande Gatsby non è una trasposizione immediatamente facile da comprendere ma c'è un lavoro sottostante che risulta enorme e questo è quanto meno da capire ed apprezzare, magari può non piacere però bisogna almeno avere l'onestà intellettuale di riconoscere gli sforzi evidenti che sono stati fatti per rispettare i principi del libro, rendendolo moderno. 



Concludendo a me è piaciuto tantissimo. Voto: 9. Ho profondamente amato l'aspetto visuale del film (dalle luci, allo sfarzo, a come è stata dipinta la città, ai vestiti, passando fino alle splendide e magnifiche, enormi feste di Gatsby). Non ho per nulla sofferto la mancanza della riproduzione storica e secondo me è stata una scelta giustissima. Non c'era bisogno di un altro freddo e noiosissimo, super noiosissimo, Lincoln. E' uno sguardo completamente nuovo, uno sguardo ambizioso, profondamente altezzoso ma per questo perfetto per lo spirito del romanzo. Riconosco che alcuni dettagli importanti nel film siano stati "accantonati" secondo alcuni per mettere in luce la storia d'amore fra Gatsby e Daisy. Però, sinceramente, tutta questa enfatizzazione della storia d'amore io non l'ho colta... Forse non è stato ben capito dai critici (che erano già pronti a criticare Gatsby ancor prima della sua uscita) che in realtà la storia d'amore è un puro riflesso della personalità di Gatsby, la vera protagonista di tutto il romanzo e anche del film. Un effetto quasi collaterale, un modo per mostrare l'essenza di Jay Gatsby. E poi diciamolo, descrivere un film come una storia d'amore è semplice e puccioso. Ma Il Grande Gatsby NON E' UNA STORIA D'AMORE. 

Difetti. Il film secondo me è quasi perfetto ma non perfetto per due ragioni: non ho apprezzato molto la colonna sonora e Tobey Maguire è l'attore più inutile del secolo. Dunque la colonna sonora secondo me è stata troppo imponente, io sono di parte e quando parte la voce di Florence and the Machine per me non esiste più niente e nessuno. Il sottofondo di Florence in quel momento preciso (no spoiler) è fantastico. Uno dei momenti più belli del film. 



Per il resto Jay Z e Beyoncé non c'azzeccano, proprio per nulla. Personalmente avrei preferito una colonna sonora molto meno imponente, più soft e magari realizzata anche da perfetti sconosciuti e non da Jay Z e compagnia bella. L'ho sofferta abbastanza all'interno del film, devo dire. Non tanto perché sia invasiva, la colonna sonora si percepisce appena e non è quantitativamente estesa solo che quando c'è risulta sbagliata (con l'eccezione di Florence) e questo penalizza. 



L'altro difetto della pellicola è Tobey Maguire. L'attore più inutile di quasi l'intera cinematografia mondiale. Poi, poveretto pure lui, non mi sta manco antipatico anzi, tutto sommato ha qualcosa che m'ispira tenerezza però lui sta alla recitazione come Jay Z sta alla colonna sonora. Un errore irrimediabile. Comunque, il buon Tobey per TUTTO il film, 143 minuti di pellicola, ha sempre una e una sola espressione. Il viso mono-espressivo di Tobey Maguire. Ci dovrebbero scrivere un libro. 

Detto questo che altro aggiungere? Vedetelo. Vedetelo. Vedetelo e cercate d'apprezzare lo sforzo (e lo sfarzo) fatto. Chi ha letto il libro sicuramente avrà da ridire, anche a me sarebbe piaciuto vedere alcune parti trasposte all'interno del film ma... dai personaggi (Fantastico Leonardo DiCaprio e perfetta, assolutamente perfetta Carey Mulligan) fino all'attento uso delle parole di Fitzgerald stesso mi hanno emozionata, profondamente. Uno sguardo moderno e ambizioso di rilettura di un romanzo sicuramente complesso da riproporre.

Così remiamo, barche controcorrente, risospinti senza sosta nel passato.

Concludo con la mia immagine preferita.



PS = Il film risulta, secondo me, probabilmente bellissimo anche senza aver letto il romanzo, anzi probabilmente ancor più bello. Quindi consigliato a tutti. 



giovedì 9 maggio 2013

Vorrei dedicare a questo spazio più tempo ma chi mi conosce sa che è un momento di puro stress, ergo incombe la tesi sulla mia capoccia. Detto questo passiamo al succo del discorso. Come sempre arrivo tardi, The Americans è finito da una settimana (abbondante), la primavera se ne è andata per sempre, non ci sono più le mezze stagioni, la crisi ci sta uccidendo lentamente ma, ritorniamo a The Americans. 

Ultimamente mi sono scoperta una grande amante dei spy drama. E chi l'avrebbe mai immaginato? In realtà tutto credo sia nato con il mio grandissimo amore telefilmico ossia Homeland. Il conto alla rovescia per la terza stagione ormai è definitivamente partito e non avete neanche idea di quanto mi manchino le espressioni di Carrie, la sua voce, la sua istintività. Adoro il personaggio telefilmico di Carrie Mathison, lo potrei difendere fino alla morte ma non voglio parlare di Homeland (ci sarà tempo per farlo) ma bensì di The Americans. Serie tv made in USA, trasmessa su FX da inizio 2013, 13 puntate con già rinnovo per la seconda stagione (e ci mancherebbe!)

[SEGUONO DIVAGAZIONI SENZA SPOILER
... Forse spoiler leggeri ...]


Brevissimamente la trama questa volta doverosa altrimenti non si capisce nulla: USA vs URSS ci troviamo in pienissima Guerra Fredda. Due spie russe ormai in America da molti anni, ovviamente sotto copertura, Philip ed Elizabeth si trovano coinvolti in sotterfugi, inseguimenti, recuperi di materiali preziosi ma soprattutto si ritrovano a dover far di tutto per non rimetterci le penne. C'è il KGB e c'è la grande patria America. C'è un matrimonio costruito a tavolino... Eppure. 

Alcune precisazioni d'obbligo. La serie è completamente ambientata negli anni Ottanta indi se i due hanno una pistola è già fin troppo, non aspettatevi dunque uno spy drama moderno. Assolutamente no. Tutto è riportato indietro nel tempo, compresi i tempi stessi del telefilm che risultano molto ampi, molto tranquilli come ritmo. The Americans è una serie tv profondamente introspettiva, seppur si tratti di una spy story. C'è un approfondimento psicologico di tutto rispetto, ci sono dinamiche che vanno non solo viste ma capite e metabolizzate. Bisogna donare il proprio tempo a The Americans. 

Perché mi è piaciuto The Americans? Assieme ad Utopia secondo me è la miglior serie del 2013 (fino ad ora). Utopia è un pugno in pieno stomaco, fin da subito. The Americans è invece un vermiciattolo che s'insinua lentamente. Prima c'è la freddezza di Elizabeth poi c'è la comprensione di Philip poi i ruoli si ribaltano, i figli crescono, il vicino fa parte dell'FBI, spunta l'affascinante personaggio di Nina. L'approfondimento di ogni singolo personaggio in The Americans è qualcosa di curatissimo. S'inizia a parteggiare fin da subito per la Russia (e ricordiamo che è una serie tv americana) anche solo per i personaggi di Philip ed Elizabeth, fantastici. Assolutamente fantastici. Per Elizabeth io ho coltivato un rapporto d'amore-odio, ci sono state alcune scene dove ho fatto fatica a digerirla altre invece dove parteggiavo spudoratamente per lei. Philip invece è sempre fantastico, dall'inizio alla fine, con solo uno "sbaglio" che però ha un senso, ha un senso profondo all'interno della storyline, non è uno sbaglio idiota alla cazzo di cane come quello di Vikings ma uno sbaglio studiato, meditato e comprensibile.



Menzione assolutamente doverosa per gli attori. Innanzitutto Keri Russell e Matthew Rhys ma anche Annet Mahendru (Nina) a me è piaciuta moltissimo. Keri e Matthew sono volti telefilmici abbastanza noti, la prima per Felicity il secondo probabilmente per Brothers & Sisters. Prima di The Americans mi stavano alquanto indifferenti. Nessun amore spassionato per loro ma in questo telefilm sono superbi. Non c'è un singolo frangente in cui si può dubitare della loro bravura che fa in modo di innalzare ancor di più un telefilm con una storyline già di per sé profondamente solida. 

Altre due motivazioni per vedere The Americans? La nonnina (su cui non dico niente per evitare spoiler ma merita moltissimo il suo personaggio) e i bambini telefilmici più sopportabili di sempre, si finisce quasi per voler bene a Paige ed Henry. Sono bambini (anzi ragazzini) normali, fanno domande normali, nessun supereroe, nessun bambino frignone per un'unghia rotta. 

La serie è stata ben accolta dalla critica mondiale per il suo essere coinvolgente e per il cercare di rappresentare il tanto discusso sogno americano. Prima di concludere volevo ricollegarmi ancora ad Homeland. Se voi cercate in rete troverete molti paragoni Homeland - The Americans. Personalmente posso dire che ci sono diversi punti in comuni: sogno americano - FBI - Forze dell'ordine americane - Minaccia per l'America - Attori favolosi però non si può partire a vedere The Americans avendo in mente Homeland altrimenti si distrugge sul nascere il telefilm. La suspense creata dal telefilm di Showtime è da cardiopalma. Io ho visto tutte le puntate con tanto di tisana accanto. Quella creata da The Americans è più diluita, meno d'impatto, è qualcosa che aleggia nell'aria e non ti colpisce immediatamente ma ti fa riflettere successivamente. Da considerare ovviamente che Homeland è ambientata ai giorni nostri mentre The Americans negli anni Ottanta e questo conta moltissimo al fine della tensione.



Concludendo The Americans la consiglio davvero a tutti, magari non a chi si spazientisce per un tempo un po' più diluito rispetto al dovuto. Ci sono atmosfere perfette e dialoghi profondi, intensi, veri, vividi. Ci sono personaggi che sono caratterizzati in ogni singolo dettaglio. Ci sono tematiche importanti sollevate, di puntata in puntata. C'è un finale fottutamente giusto. Giusto per l'apertura di una seconda stagione. 


giovedì 2 maggio 2013

Da almeno tre giorni sto tentando di racchiudere i miei pensieri riguardo la prima stagione di Vikings ma poi arrivo alle ultime due puntate finali e partono le bestemmie. Bestemmie pesanti e non mi sembra proprio il caso per un telefilm ma nella vita ci vuole ordine quindi partiamo dall'inizio. Serie tv canadese (ed in parte irlandese) che narra le vicende di un vichingo davvero esistito, tale Ragnar Lodbrok in chiave romanzata. Non so nulla sui vichinghi se non quelle 4, forse 3, forse 2 nozioni che più o meno t'insegnano a scuola. Riguardo a Vikings esistono anche delle leggende sul personaggio sopracitato ma ho letto che il telefilm prende un'altra strada e non le rispecchia molto (anche perché pure loro erano molto vaghe di per sé). Quindi, riassumendo, Vikings prende il tema dei vichinghi e ne fa quel che vuole. E lo fa magnificamente, fino alla sesta puntata. 

Perché mi è piaciuto Vikings? Innanzitutto gli attori sono perfetti e io non ne conoscevo neanche mezzo (a parte Gabriel Byrne (Grazie Gozzi)), giuro che non sono miei parenti, nessuno mi paga per parlarne bene. Assolutamente no, finalmente mi è piaciuto follemente qualcosa. I due personaggi migliori secondo me sono Lagertha interpretata da una bellissima *fangirl qui* Katheryn Winnick e Floki interpretato da Gustaf Skarsgard. Cognome famosissimo nel modo dei telefilm, il fratello è Eric di True Blood e un altro fratello è Roman di Helmock Grove. Ci sono almeno altri cento fratelli in giro per il mondo che fanno sempre gli attori. Una grande famiglia quanto meno molto particolare.

Non avrei mai pensato di gasarmi nel vero senso della parola con i vichinghi eppure mi è successo fin dalle primissime puntate. Cosiddetto amore a prima vista (se non fosse che io non credo nell'amore a prima vista). L'ho iniziata a vedere perché History Channel è una sicurezza ed ero curiosa di scoprire come avrebbero descritto i vichinghi. Poi i pilot si vedono di default, anche solo per il gusto sadico di criticare, quindi. Sono bastate due puntate per farmi innamorare perdutamente di questo telefilm ed aspettare il lunedì (giorni di sottotitoli) come oro colato. 

Menzione particolare va ad una sigla stupenda, sia dal punto di vista visivo sia per la canzone scelta. Ecco qui la sigla di Vikings. La canzone è If I had a heart by Fever Ray.


Vi siete già innamorati, vero?

[NO SPOILER NO SPOILER] - COMMENTI RANDOM -

Quindi dicevamo, 1 stagione già con rinnovo, quindi seconda stagione nel 2014, 9 puntate di cui 6/7 favolose, le ultime due UN PUTTANAIO. Ma andiamo con ordine. Riassumendo in 4 parole la trama..... c'è Travis Fimmel proprio lui quello che posava in mutande su tutti i cartelloni pubblicitari del globo che fa un vichingo, Ragnar ovviamente, bello sporco (molto sporco!) e con due occhioni azzurri. No, non mi sono innamorata di lui ma della moglie Lagertha. Che io fossi una femminista nata, si sapeva, che io m'innamorassi perdutamente dei personaggi telefilmici femminili.... forse no! Lagertha moglie di Ragnar ma con un bel caratterino pepato non per niente chiamata "La fanciulla dello scudo" (o qualcosa di simile). Due bei bambini, Ghida e Bjorn. Quasi adorabili e io odio qualsiasi tipo di bambino telefilmico (e non!). Poi c'è un prete che Ragnar esporta stile maialino che va al massacro ma in realtà sembra che alla fine gli voglia quasi bene (ne siamo certi?!). C'è suo fratello Rollo da sempre innamorato di Lagertha ma lei ha occhi solo per Ragnar. E no, questi vichinghi non sono Beautiful, io ve l'ho raccontato così ma no... Vi assicuro di no. Siamo molto distanti. Ci sono uccisioni a scena aperta, puntate con sangue ovunque, impiccagioni come se piovesse, sacrifici pure... Insomma è un mix di tutto. Ah dimenticavo di dire che Ragnar è ambizioso. Troppo ambizioso. E l'ambizione porta alla follia, quasi sempre. 

Le ultime due puntate ti uccidono moralmente il cuoricino perché anche se non ti sono mai piaciute le famiglie da telefilm, Lagertha te la fa piacere questa benedetta famiglia. Poi Ragnar nella 6 (o era 7°) puntata impazzisce e sono solo bestemmie. Bestemmie a scena aperta. 

Io critico tutto, è vero, ma ci sono persone molto più pacate di me che volevano spaccare il pc o il televisore per l'ultima puntata di Vikings. E' CRUDELE. PROFONDAMENTE CRUDELE. E' INGIUSTA. E' SADICA. E' DILANIANTE.

CONSIGLIO UN TANTINO SPOILEROSO, MA PROPRIO POCO: Non iniziate Vikings volendo bene a Ragnar altrimenti poi vi ritroverete come la sottoscritta e vi assicuro che non sono la sola in questo stato di tradimento morale profondo.



[SPOILER SPOILER] - COMMENTI RANDOM -

Ho passato i due giorni seguenti alla puntata finale a ripetermi no stop: "Lagertha ti strapperà ogni singolo attributo Ragnar. Te lo giuro". Credo di aver stalkerato quanta più gente possibile bisognosa di un supporto morale. Che finale devastante. E no, non venitemi a dire che una volta si faceva così che NO. Ho maledetto profondamente che Bjorn fosse troppo piccolo altrimenti avrebbe dovuto trafiggere il padre dritto al cuore. Dritto Dritto, senza possibilità di sbagliare. Essere vichinghi mi va bene, i tradimenti mi vanno bene MA NON COSI. Non quando hai a casa una moglie come Lagertha, non in questo modo, non con quella gran baldracca. Insomma non così. 

Poi. Io non mi capacito. Quella brutta sgualdrina odiosa (e pure bruttina paragonata alla figaggine di Lagertha, diciamocelo) con la pelliccia di topo morto come fa a sapere di essere incinta dopo 1 giorno 1 e dico UNO. Marilyn Manson aka lo stregone le è apparso in sogno e le ha predetto il destino? Peccato che uno stregone come lo fa Marilyn Manson in Vikings lo so fare pure io, anche senza quel trucco e senza che mi debbano leccare le mani per predire il futuro. Ah lo sapevate vero che c'era Marilyn Manson in Vikings?

Io credo che gli autori siano impazziti.
Non ho altra spiegazione logica per la quale mandare allo sfacelo una serie che molta gente stava amando e ha finito per odiare. Non venitemi a dire "aprire storie verso una seconda stagione" che proprio non ha alcun senso. Non ho la forza morale ora d'interessarmi a cosa vogliano fare nella seconda stagione, cosa hanno intenzione di distruggere ancora. DICO SOLO CHE SE LAGERTHA NON FA UNA VENDETTA CON I FIOCCHI. TRUCE, CON TANTA RABBIA E SANGUE. UNA VENDETTA DA VICHINGA. ENTRO MASSIMO DUE PUNTATE. Il mio è un no. 

COMMENTO FINALE

ps = E voi direte, quindi è da vedere o non è da vedere? Io oserei dirvi di sì, anzi assolutamente sì, ma attenzione al cuoricino che finirà per essere tagliuzzato in tanti piccoli, piccolissimi pezzettini.

Se mai foste interessati ai ratings, questi quelli di Vikings:

Final season averages: 1.4 rating in the 18-49 demographic with 4.36 million total viewers.
Episode 01-09: Sunday, 04/28/13
1.3 demo rating (-7% change) with 3.58 million (-7% change).
Season averages: 1.40 in the demo with 4.36 million.
Episode 01-08: Sunday, 04/21/13
1.4 demo rating (+17% change) with 3.85 million (+13% change).
Season averages: 1.41 in the demo with 4.45 million.
Episode 01-07: Sunday, 04/14/13
1.2 demo rating (0% change) with 3.42 million (+3% change).
Season averages: 1.42 in the demo with 4.55 million.
Episode 01-06: Sunday, 04/07/13
1.2 demo rating (-8% change) with 3.31 million (-30% change).
Season averages: 1.46 in the demo with 4.75 million.
Episode 01-05: Sunday, 03/31/13
1.3 demo rating (-7% change) with 7.74 million (+5% change).
Season averages: 1.51 in the demo with 5.01 million.
Episode 01-04: Sunday, 03/24/13
1.4 demo rating (-7% change) with 4.54 million (-6% change).
Season averages: 1.57 in the demo with 5.11 million.
Episode 01-03: Sunday, 03/17/13
1.5 demo rating (+15% change) with 4.83 million (+5% change).
Season averages: 1.64 in the demo with 5.34 million.
Episode 01-02: Sunday, 03/10/13
1.3 demo rating (-35% change) with 4.62 million (-26% change).
Season averages: 1.77 in the demo with 5.68 million.
Episode 01-01: Sunday, 03/03/13
2.0 rating in the 18-49 demographic with 6.21 million total viewers.
Season averages: 2.00 in the demo with 6.21 million.