venerdì 22 novembre 2013

C'è un motivo per cui solitamente parlo di serie tv e non di film. Se con le prime sono abbastanza fissata, i secondi sono un ottimo passatempo ma non il mio preferito. Vivo di fisse anche in questo caso ma sono più "controllabili". Detto questo mi sono imbattuta nel film d'animazione giapponese "Wolf Children". Sì, quello che è stato al cinema un solo giorno. Proprio lui. Non sono un'esperta del genere anche se mi piace molto, forse troppo. L'animazione giapponese è per me qualcosa che colpisce nel profondo con i suoi colori, la sua ambientazione, le sue storie. Ovvio, impossibile fare di tutta l'erba un fascio, ma mi ci avvicino sempre con profondo timore. Sono ancora piangente in una valle di lacrime attendendo il ritorno di Nana, per dire. Ma passiamo oltre. 

Wolf Children. Bello da togliere il fiato. La storia è surreale, impossibile, fantasiosa ma comunque sia riesce perfettamente a coinvolgere lo spettatore. Una nota sui colori: Mamoru Hosoda realizza un film d'animazione che punta tutto sull'uso dei colori. Accecanti, in alcuni frangenti, color pastello in altri momenti (per quasi tutta la durata del film). Una realizzazione secondo me da applausi. Una storia che, seppur sai benissimo non possa essere vera, ti appassiona. Ti entra nel profondo subito dopo qualche momento e le prime lacrime iniziano a farsi largo. I momenti dei primi singhiozzamenti.


La trama è molto semplice e al contempo complessa: Hana è una studentessa che s'innamora di un ragazzo che ben presto si scoprirà essere un lupo. La coppia passa momenti molto felici (e lo spettatore ci è immerso fino al collo) quando sul più bello il compagno di Hana, nonché padre delle due creature appena nate, muore all'improvviso. Si scopre subito che i bambini sono entrambi lupi e quindi Hana per preservare la loro vita si trasferisce in una casa (magnifica!) sperduta in mezzo ai boschi, dove non c'è praticamente nessuno al di fuori di 4 anime pie. Raccontata così mi rendo conto che può sembrare una serie tv teen e viene da esclamare "Ancora i licantropi!" ma qua siamo su un altro mondo, signori. Dimentichiamoci vampiri, licantropi, tizi random senza maglietta messi a caso. No. Qui tutto è magnificamente studiato; da Hana passando per Ame e Yuki. Inutile dire, quasi, che il mio personaggio preferito è di gran lunga Yuki. Nella fase di Yuki bambina ho riso un sacco, mischiando lacrime e risate. Cosa si può volere di più?


Per una volta sarò stranamente breve. Sarò di parte ma consiglio la visione a tutti quelli che hanno bisogno di una storia diversa, una storia che nelle sue fondamenta ha sia un barlume di speranza ma anche una base di tristezza, una storia che sa convincere totalmente nella sua irrealtà. E non era impresa facile. 

Il merito dell'empatia, di quel profondo affetto immediato che fa sorridere e poi strappa anche qualche sonora risata sono Yuki e Ame. Due bambini lupo estremamente diversi fra di loro. Yuki nata in una giornata nervosa, Ame nato in una giornata uggiosa. La mia parte preferita del film è proprio l'infanzia di Yuki e Ame. Strappa il cuore da quanto è bella. Si vede proprio l'estremizzazione del carattere iperattivo di Yuki che si trasforma da bambina-lupo e lupo-bambina in un nanosecondo e poi la malinconia di Ame che invece pur essendo un lupo ha paura dei serpenti e di qualsiasi altro animale, almeno fino a quando è piccolo. Nota assolutamente positiva è l'animazione. Oltre ai colori, a come i personaggi sono disegnati, l'animazione io l'ho trovata personalmente sublime. Squisita. 


Il racconto è narrato proprio da una Yuki ormai adulta che ricorda la vita della madre e la sua infanzia assieme al fratello. Il tutto amplifica ancor più il senso di fiaba. Una fiaba moderna, inusuale, ma estremamente delicata e ben fatta. Si dà il caso che la sottoscritta debba ancora recuperare per bene Mamoru Hosoda ma questo piccolo gioiellino che mi è capitato fra le mani è un ottimo e convincente incentivo. Assolutamente da vedere, con la massima urgenza.